Corre veloce Brian. Guarda solo avanti, non c’è tempo di girarsi indietro. Non c’è tempo di pensare al passato e ai mille posti di un’infanzia in giro per l’Italia. Prima di fermarsi a Verona e innamorarsi dell’atletica, correndo sempre più veloce dietro ai suoi sogni. Immaginando un futuro migliore, magari da atleta professionista. Anche se per adesso la realtà è quella di un lavoro da muratore, ore passate nei cantieri prima di allenamenti duri nelle specialità probabilmente più faticose di tutte. Brian Abakpereh è una delle ultime sorprese dello sport veronese, già da tempo inserito nei migliori a livello regionale nei 400 e 800 metri ma adesso pronto a prendersi anche la ribalta nazionale dopo aver fatto segnare il secondo tempo in Italia della sua categoria: ed il primato assoluto del suo anno, visto che il giovane nato nel 1995 è alla prima  stagione tra gli juniores e il suo 1’49”91 negli 800 metri del meeting di Scandiano pochi giorni fa ha fatto strizzare gli occhi a molti addetti ai lavori. «Fino ad un mese fa era quinto nelle graduatorie italiane, poi è arrivato questo tempo che potrebbe anche far sperare in una convocazione per i prossimi campionati mondiali juniores che ci saranno negli Stati Uniti nel 2014» l’entusiasmo di Paolo Tagliapietra, suo tecnico di riferimento nella Libertas Valpolicella Lupatotina per cui è tesserato.  E’ una crescita costante quella del giovane di origine ghanese, che nell’ultimo anno ha raggiunto livelli sempre più importanti che lasciano grandi speranze per il futuro. «Voglio continuare ad allenarmi bene e migliorare sempre di più, dopo gli ultimi tempi che sono riuscito a fare l’obiettivo è diventato partecipare ai mondiali del prossimo anno in America» confida l’atleta che abita a San Pietro in Cariano. Un sogno forse neanche così lontano per Brian che ha iniziato con l’atletica solo da 3 anni dopo aver provato tantissimi altri sport. «Ho fatto calcio, basket, nuoto, rugby, un po’ di tutto, poi mi hanno notato alle campestri scolastiche, le vincevo tutte e mi hanno chiesto di provare con l’atletica. Subito non mi piaceva molto, ma poi mi è entrata dentro sempre di più ed ho scoperto un mondo bellissimo. Cosa mi piace di più? Le amicizie che si costruiscono, le emozioni della gara e le vittorie. E i record personali, quando arrivi a migliorarti è sempre qualcosa di speciale». I pensieri corrono veloci, quasi come le sue gambe che sembrano non stancarsi mai sulla pista. Anche dopo una giornata di lavoro massacrante in cantiere, visto che Brian lavora come muratore tutto il giorno prima di spostarsi al campo di allenamento. Una scelta obbligata mettendo da parte la scuola per aiutare la mamma Juliana, ancora senza lavoro e sua compagna nel lungo viaggio per la penisola iniziato con il suo arrivo in Italia. «Siamo arrivati a Napoli, poi dopo il divorzio dei miei genitori sono tornato in Ghana, poi con mia mamma a Parma, quindi Palazzolo, Brescia e infine Verona. Adesso lei è ancora senza lavoro e allora cerco di farlo io, forse più avanti riprenderò la scuola con le serali». Per poi andare all’allenamento e iniziare a fantasticare. «Sono di arrivare ai tempi di Rudisha, è il mio idolo» ammette ricordando il fantastico ottocentista keniano campione olimpico e mondiale, oltre che detentore del record del mondo, «e di diventare un atleta professionista, sarebbe stupendo». Per adesso ci sono gli allenamenti quotidiani e le giornate in cantiere, magari piene di quella fatica che ricaccia indietro sogni e pensieri. Pronti a tornare fuori sulla pista, pronti a esplodere alla prossima corsa. Pronti a riempire di nuovo la testa di Brian. E magari a trasformarsi in realtà.   

(da L’Arena del 24 settembre 2014)

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